Nanotecnologia nella fantascienza

La nanotecnologia e il suo uso nella fantascienza ha attratto l'attenzione degli studiosi.[1][2][3][4]

Il primo utilizzo dei concetti distintivi di nanotecnologia è stato in "There's Plenty of Room at the Bottom", una conferenza tenuta dal fisico Richard Feynman nel 1959. Il libro di Kim Eric Drexler del 1987, Engines of Creation, ha introdotto il vasto pubblico al concetto di nanotecnologia. Da allora, la nanotecnologia è stata usata di frequente in una diversificata serie di fiction di fantascienza, spesso agendo come una giustificazione per cose insolite o esagerate modellate nella forma di fiction speculativa.[5]

  1. ^ (EN) Colin Milburn, Nanovision: Engineering the Future, Duke University Press, 2008, ISBN 0-8223-4265-0. URL consultato il 18 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2009).
  2. ^ (EN) Daniel Patrick Thurs, Tiny Tech, Transcendent Tech - Nanotechnology, Science Fiction, and the Limits of Modern Science Talk, su scx.sagepub.com, vol. 29, n. 1, Science Communication, 2007, 65-95. URL consultato il 18 marzo 2010.
  3. ^ (EN) José López, Bridging the Gaps: Science Fiction in Nanotechnology, vol. 10, n. 2, International Journal for Philosophy of Chemistry, 2004, pp. 129-152. URL consultato il 18 marzo 2010.
  4. ^ (EN) Chris Toumey, The Literature of Promises, vol. 3, n. 4, Nature Nanotechnology, 2008, pp. 180-181. URL consultato il 18 marzo 2010.
  5. ^ (EN) Robert W. Bly, The Science In Science Fiction: 83 SF Predictions that Became Scientific Reality, BenBella Books, 2005, ISBN 1-932100-48-2.

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